In vista della terza uscita della collana Licanias, ci chiedeva mo a chi avremmo potuto affidare un compito tanto impe gnativo, specie al cospetto delle firme precedenti di Giuseppe Culicchia e Tiziano Scarpa. E poi, leggendo “L’archeologo”, ci siamo resi conto di aver fatto la scelta giusta.
Con il suo racconto Valeria Parrella, quest’anno finalista al Premio Strega, scrive una storia di personaggi sì facilmente identificabili – Valerio Ferraro e sua figlia Marta, in primis -, ma che si rivela capace anche di dipingere un ritratto della Sardegna: dove le pietre, quelle delle pareti delle case e degli acciottolati delle stradine, risuonano, e sussurrano di non cssere cosa morta, semplice scenario.
Una Sardegna terra di suoni misteriosi a cui bisogna portare rispetto, ma anche culla di contraddizioni, fatte di borghi affascinanti di case fiorite e di cascabbandonate, senza più un proprietario e spesso prive persino delle attenzioni dei cittadini e degli amministratori locali.
Un racconto che contiene diverse chiavi di lettura, diversi spunti di riflessione, in perfetta sintonia con lo spirito di Licanias: promuovere, attraverso un festival culturale, i libri e la lettura, e aprire così nuovi scenari, farci viaggiare per co noscere mondi nuovi e per conoscerci meglio noi.
A nome mio, degli organizzatori del festival e di tutta la comunità di Neoneli, ringrazio Valeria per averci dato, attraverso la sua scrittura, questo piccolo grande gioiello letterario che è “L’Archeologo”.
Salvatore Cau